La FED al Bivio tra Tagli dei Tassi e Cautela - Inflazione in Crescita e Lavoro in Rallentamento
- Filippo Sala

- 12 set
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Di Filippo Sala
L'economia statunitense continua a navigare in acque agitate, con i dati macroeconomici della settimana che delineano un quadro di inflazione in lieve accelerazione e un mercato del lavoro che mostra segni di continuo raffreddamento. Il rilascio dell'indice dei prezzi al consumo (CPI) per agosto, avvenuto l'11 settembre 2025, ha confermato una traiettoria inflazionistica che, pur non deragliando dalle attese, solleva interrogativi sulla sostenibilità della crescita strutturale. Allo stesso tempo, le richieste di sussidi di disoccupazione hanno raggiunto livelli non visti da quasi quattro anni, alimentando dibattiti sulle prossime mosse della Federal Reserve.
Vorrei partire analizzando i dai CPI che ha mostrato una leggera accelerazione ma preoccupante.
Il CPI headline per agosto ha registrato un incremento dello 0,4% su base mensile, superiore alle previsioni medie dello 0,3% e al +0,2% di luglio, portando il tasso annuo al 2,9% (in linea con le stime ma in rialzo dal 2,7% precedente). Questo rappresenta il maggior aumento mensile da gennaio 2025 e riflette pressioni diffuse su vari settori. Il core CPI, che offre una misura più stabile escludendo cibo ed energia, è salito dello 0,3% mensile (in linea con le attese) e del 3,1% annuo, confermando che l'inflazione sottostante rimane sopra il target del 2% della FED.
I driver principali dell'aumento includono componenti strutturali che indicano rischi persistenti:
Alloggi e servizi: L'indice shelter ha contribuito in modo significativo con un +0,4%, mentre i servizi (inclusi trasporti e tariffe aeree) hanno mostrato una forte accelerazione.
Cibo: Un incremento dello 0,5%, con prezzi del cibo a casa a +0,6% e fuori casa a +0,3%, legato a interruzioni nelle catene di approvvigionamento e impatti da dazi commerciali.
Altri beni: Rialzi in abbigliamento (+0,5%), arredamento domestico (+0,1%) e prodotti video/audio (+0,5%), parzialmente offset da cali nei prezzi dell'energia.
Questi elementi puntano a un'inflazione non solo ciclica, ma strutturale, esacerbata da politiche commerciali come i dazi, che influenzano abbigliamento e cibo.

Passando ora invece al mercato del lavoro, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione hanno raggiunto 263.000 per la settimana terminata il 6 settembre, un balzo di 27.000 unità dal precedente 236.000 e il livello più alto dall'ottobre 2021. Questo dato, rilasciato l'11 settembre, ha superato le attese di 235.000 e segnala un softening del mercato del lavoro, potenzialmente legato a strategie aziendali per contenere i costi della forza lavoro in un contesto di margini compressi. Tuttavia, le richieste continue appaiono in calo, creando un contrasto che potrebbe indicare fenomeni temporanei.

Le Prospettive della FED
Nel discorso al Jackson Hole del 22 agosto 2025, Powell ha enfatizzato il raffreddamento del mercato del lavoro come priorità, riducendo momentaneamente il focus sull'inflazione.
Il mercato, sul CME FedWatch, prezza un taglio di 25 pb al 90% per il 17 settembre, con 10% per 50 pb, e totali 75 pb entro dicembre. Tuttavia, i dati CPI potrebbero indurre cautela siccome la FED potrebbe procedere con il taglio iniziale ma esitare su ulteriori, bilanciando rischi inflazionistici strutturali.
D'altra parte lo stesso Jerome Powell ha fatto intendere che a settembre ci sarà un taglio dei tassi ma sui mesi futuri non si è espresso. Ciò significa che se durante la conferenza stampa della prossima settimana Powell dovesse adottare un tono più hawkish del previsto, segnalando potenzialmente meno tagli futuri, potrebbe generarsi un sell-off sui mercati per bilanciare le probabilità e riequilibrare le posizioni degli investitori.
In conclusione sarà fondamentale osservare la decisione della Federal Reserve il prossimo 17 settembre per avere una visione più chiara dei prossimi mesi.














