Stati Uniti: ultimi dati macro mostrano modesto miglioramento, ma restano rischi
- Filippo Sala

- 21 lug
- Tempo di lettura: 2 min
L’economia USA sorprende positivamente: i dati macro diffusi negli ultimi giorni segnalano un rallentamento ordinato, non una recessione imminente. L’inflazione resta sotto controllo nonostante i nuovi dazi, mentre consumi e PIL mostrano resilienza. Tuttavia, il calo della manifattura e la frenata dei consumi ispanici invitano a mantenere cautela.
Inflazione contenuta, tariffe e prospettive
A giugno l’inflazione USA resta moderata: il CPI generale è salito solo dello 0,3% (il maggior rialzo da gennaio), portando il tasso annuo al 2,7%.
Anche l’inflazione core (al netto di energia e alimentari) è contenuta (+2,9%). Questi valori evidenziano che, nonostante l’annuncio di nuovi dazi commerciali, i prezzi non sono “esplosi”: i rincari pass-through dai dazi finora sono limitati e si prevedono impatti più evidenti solo con i prossimi dati di luglio/agosto.
In questo contesto i mercati percepiscono l’inflazione sotto controllo e la Fed può permettersi di mantenere i tassi senza stringere ulteriormente.
Crescita economica e fiducia
Il livello di attività economica rimane superiore alla stagnazione estrema: il modello di previsione della Fed di Atlanta (GDPNow) stima circa +2,4% di crescita reale nel 2° trimestre. Tale cifra è inferiore alle punte previste all’inizio dell’estate, ma segnala comunque espansione, non recessione. Del resto anche i consumi danno segnali misti-ma-migliorativi: il sentiment dei consumatori (Università del Michigan) è salito a 61,8 in luglio (da 60,7 di giugno), livello più alto degli ultimi mesi. Parallelamente gli italiani di Wall Street l’indice delle aspettative dei consumatori ha leggermente superato le attese (58,6 vs 58,1 di giugno). Sul fronte inflazione, le attese a breve termine continuano a scendere (ora ~4,4% per i prossimi 12 mesi) e persino quelle a lungo termine (5‑10 anni) sono ritornate al 3,6%, minimi da febbraio 2025.
Questo insieme di numeri (crescita positiva, sentiment in recupero, aspettative inflazionistiche ridimensionate) induce a ritenere che il futuro non appare più recessivo come temuto: piuttosto l’economia continua a rallentare, ma senza avvitarsi.
Rischi e fattori di cautela
Tuttavia permangono elementi di rischio da monitorare. L’attività manifatturiera USA rimane fiacca: l’ISM Manufacturing PMI è sotto quota 50 da quattro mesi consecutivi (49,0 a giugno), segnalando contrazione dell’output industriale che potrebbe rallentare la produzione economica complessiva. Inoltre, le recenti retate sull’immigrazione promosse dall’amministrazione Trump stanno frenando i consumi, in particolare tra i lavoratori ispanici: indagini commerciali segnalano cali sensibili di vendite alimentari e abbigliamento in comunità. Ciò suggerisce che, nonostante i dati complessivamente migliori delle attese, cautela rimane giustificata. Il quadro economico USA appare oggi non così drammatico come temuto dopo i dazi, ma la fragilità di alcuni settori invita a un atteggiamento prudente nell’interpretazione dei dati.














