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Dopo l’Euforia, la Realtà: Tesla Affronta un 2025 di Turbolenze

  • Immagine del redattore: Filippo Sala
    Filippo Sala
  • 25 lug
  • Tempo di lettura: 4 min

Di Filippo Sala


Il futuro di Tesla appare segnato da sfide crescenti.

A luglio 2025 il CEO Elon Musk ha avvertito che potrebbero attendersi “alcuni trimestri difficili” per l’azienda. Questa cautela riflette dati allarmanti: le immatricolazioni di Tesla continuano a calare, i ricavi si contraggono e i profitti diminuiscono, mentre il contesto politico e concorrenziale si fa meno favorevole.

Tagli ai sussidi USA e fine dei crediti EV

Un fattore chiave è il cambio di politica degli Stati Uniti. A partire dal 1° ottobre 2025 il pacchetto fiscale approvato dal Congresso ha eliminato il credito d’imposta federale di 7.500 $ per i nuovi veicoli elettrici (oltre al credito di 4.000 $ per le auto usate). Questo ha subito penalizzato le vendite EV: gli analisti prevedono un “rallentamento” della diffusione dei veicoli elettrici e un effetto di forte “pre-acquisti” prima della scadenza dei crediti. Musk stesso ha collegato la fine degli incentivi alla prospettiva di qualche trimestre turbolento:

I tagli del governo USA al sostegno ai produttori di veicoli elettrici potrebbero portare a alcuni trimestri difficili per l’azienda.

Anche i ricavi dai crediti di emissione (che prima erano fonte di guadagno) sono crollati dopo le nuove regole federali. In sintesi, l’eliminazione dei sussidi governativi EV indebolisce direttamente il business principale di Tesla.


Accordi commerciali e concorrenza estera

Sul fronte estero, un recente accordo tra Stati Uniti e Giappone ha ulteriormente complicato la competitività di Tesla sul mercato americano. Dal 24 luglio 2025 è stata fissata una tariffa unica del 15% sulle auto importate dal Giappone (contro il precedente 27,5%) (Approfondisci la questione US - JP).

Questo significa che case come Toyota, Subaru e Mazda – che importano centinaia di migliaia di veicoli dagli stabilimenti giapponesi – godranno di dazi più bassi. Gli investitori USA hanno accolto con favore l’intesa, ma i produttori nazionali temono di essere svantaggiati: i veicoli giapponesi (compresi i modelli elettrici) possono ora entrare più facilmente sul mercato americano, aumentando la concorrenza per Tesla. In altre parole, Tesla dovrà vedersela non solo con un mercato interno più ostile, ma anche con un’ondata di concorrenti stranieri più economici.

D'altra parte Musk (forse per contrastare questo ultimo problema) ha annunciato che Tesla sta lavorando a una versione più accessibile del Model Y, con produzione iniziata a giugno 2025. Questa variante, progettata per essere più economica, dovrebbe avere interni semplificati e un powertrain meno potente, con un prezzo stimato nella fascia dei 30.000 dollari. Le vendite sono previste per il quarto trimestre del 2025, riflettendo una strategia per raggiungere un pubblico più ampio utilizzando la piattaforma esistente del Model Y.


Dati trimestrali scoraggianti

I numeri del secondo trimestre 2025 confermano la fase critica. Le consegne di veicoli sono calate del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, passando da 443.956 a 384.122 unità. Di conseguenza i ricavi totali sono scesi del 12%, a 22,5 miliardi di dollari, mentre l’utile netto è diminuito ancor più drasticamente (–16%, intorno a 1,17 miliardi $). Una forte contrazione è venuta anche dai crediti di emissione: le vendite di “regulatory credits” sono crollate del 51% su base annua, privando Tesla di una fonte storicamente redditizia.


Q2 2024

Q2 2025

Variazione %

Veicoli Consegnati

443.956

384.122

-13%

Ricavi Totali

25,5 mld USD

22,5 mld USD

-12%

Utile Netto

1,40 mld USD

1,17 mld USD

-16%

Anche in Europa Tesla soffre: nel giugno 2025 le immatricolazioni sono crollate del 22,9% su base annua, segnando il sesto mese consecutivo di flessione nel Vecchio Continente. Questo riflette un calo della quota di mercato Tesla (dal 3,4% al 2,8%) e un contesto elettrico generale in rallentamento. Di conseguenza, gli utili globali nel Q2 sono diminuiti di circa il 16% (1,2 miliardi di euro). L’unica fonte di ottimismo rimane un margine sulla produzione delle auto leggermente superiore alle attese, grazie a costi unitari di veicolo leggermente più bassi. Ma questi spicci guadagni si infrangono contro la forza del trend negativo complessivo.


Robotica e transizione

Di fronte a questi segnali negativi, Musk cerca di rivolgere l’attenzione degli investitori al lungo termine. Nel comunicato sui risultati, egli ha sottolineato l’importanza futura della guida autonoma e dei robotaxi, annunciando piani di test negli USA e l’obiettivo di coprire metà della popolazione statunitense con il servizio entro fine anno (in aree come Texas, Bay Area, Nevada e Florida). Ha inoltre ribadito, come spiegato precedentemente nell'articolo, il lancio imminente di un nuovo Model Y più economico per stimolare la domanda. Tuttavia, Musk stesso definisce Tesla come in “periodo di transizione difficile”, legato alla fine degli incentivi e alla stagnazione delle vendite.

Parole come “autonomy is the story” servono a gettare luce sul futuro robotico di Tesla (incluso lo sviluppo del robot umanoide e del “Cybercab”), ma al momento i numeri reali parlano chiaro.

Il CEO ha ammesso che i trimestri a venire potrebbero essere “turbolenti” fino a quando l’autonomia non consentirà ricavi sostenibili. Nel frattempo, la perdita di crediti EV e l’aumento della concorrenza comprimono i margini correnti. Non a caso, anche analisti esterni notano come Tesla “non fa utili vendendo le auto, ma dai crediti di CO₂”, una fonte inesauribile di guadagno che però ora si sta ridimensionando con le nuove regole.


Conclusioni

In sintesi, Tesla si trova al crocevia tra un presente problematico e un futuro incerto. Da un lato i dati fondamentali mostrano un calo di vendite, ricavi e profittabilità; dall’altro la dirigenza punta tutto sulla tecnologia di domani (veicoli a guida autonoma e robotici). In questo clima l’azienda appare come “in transizione”, ma con la maggior parte dei guadagni attesi solo a medio-lungo termine. Per gli investitori questo significa scenario a basso upside a breve: i ricavi core dall’auto elettrica stanno crollando e non c’è più l’“aiutino” degli incentivi e dei crediti.

Alla luce di questi fatti, molti esperti suggeriscono cautela. Le prospettive nel breve termine sono all’insegna di volatilità e sfide (competitive, politiche e di mercato). Purché la transizione tecnologica di Musk abbia successo, Tesla potrebbe riconquistare terreno in futuro, ma nel frattempo i rischi restano elevati. In altre parole, le recenti difficoltà “raccomandano di valutare con attenzione” la posizione in portafoglio su Tesla.


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